Descrizione
Lontana dalle rotte più battute, ma comunque espressione di un turismo dal profilo interessante e sempre più apprezzato, Foggia custodisce un patrimonio di storia, natura e sapori che merita attenzione e rispetto. Qui, tra il Tavoliere delle Puglie – la seconda pianura più vasta d’Italia – e le montagne selvagge del Gargano, prende forma un’Italia sincera, a tratti ruvida, ma profondamente affascinante. Nel tacco dello Stivale, dove la Puglia svela le sue anime più autentiche e meno raccontate, si estende una terra generosa e ancora tutta da scoprire: Foggia e i suoi dintorni.
Foggia, capoluogo di provincia, conserva ancora tracce preziose del suo passato: dalla Cattedrale (1), con il suo portale romanico e l’icona bizantina della Madonna dei Sette Veli, al Palazzo Dogana (2), un tempo fulcro dell’amministrazione aragonese, oggi patrimonio dell’UNESCO come “Memoria del Mondo” per il suo ruolo nella transumanza. Spesso viene raccontata per la sua modernità forzata, dovuta ai bombardamenti che la colpirono duramente durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma ridurre questa città alla sua ricostruzione è ingiusto, perché merita davvero di essere conosciuta nel profondo.
È in luogo che pulsa di vita nei suoi mercati popolari, tra i vicoli del centro storico e nei bar e in Corso Vittorio Emanuele II (3) dove, fra negozi eleganti e palazzi del primo Novecento, si respira un’energia contagiosa e vitale. Il cuore cittadino è ricco di monumenti e luoghi d’interesse, molti dei quali risalgono all’Ottocento. Tra questi, il Palazzo del Podestà (4), oggi sede del Municipio, il Palazzo del Governo (5), che ospita la Prefettura, e il Palazzo della Dogana, attualmente sede dell’amministrazione provinciale. Tuttavia, ciò che caratterizza maggiormente la città è la presenza di ben 51 edifici religiosi, che rappresentano un aspetto fondamentale della sua storia artistica e spirituale. Delle antiche mura difensive resta oggi soltanto una delle cinque porte originarie: Porta Arpana (6), anche nota come Porta Reale.
La Cattedrale, conosciuta anche come Chiesa di Santa Maria Icona Vetere, fu costruita nel 1172 durante il dominio normanno. Ha subito diversi interventi nel corso dei secoli, in particolare nel Seicento, nel Settecento e dopo la Seconda Guerra Mondiale. La facciata presenta un fregio attribuito a Bartolomeo da Foggia, mentre l’interno ha una struttura a croce latina con una sola navata. Di grande rilievo è la Cappella dell’Icona Vetere, costruita nel 1672, che custodisce la sacra immagine della Madonna dei Sette Veli. Secondo una leggenda, dei pastori avvistarono nel fango di un’area paludosa tre fiammelle: scavando trovarono un’icona della Vergine, protetta da sette veli e da una teca bucata all’altezza del volto. Questo ritrovamento portò alla costruzione di una chiesa voluta da Roberto il Guiscardo nell’XI secolo, che venne poi ampliata e arricchita nel tempo.
La Chiesa del Monte Calvario (7) fu edificata a partire dal 1693 dal cappuccino Antonio da Olivadi, in un momento in cui la città soffriva una grave siccità. Il frate organizzò una processione durante la quale furono piantate sette croci. La tradizione racconta che subito dopo arrivò la pioggia. In seguito, al posto delle croci furono realizzate cinque cappelle, un arco in stile barocco e una piccola chiesa. L’edificio ha una pianta a croce latina con una sola navata e due cappelle laterali, e sotto di essa si trova la cripta della Terra Santa, che si dice fu luogo di riunione per i carbonari durante il Risorgimento.
Tra gli edifici storici più significativi della città spicca il Palazzo Dogana, risalente al XV secolo. Fu sede della Regia Dogana della Mena delle Pecore, punto di passaggio per i pastori impegnati nella transumanza tra Abruzzo e Puglia. Danneggiato dal terremoto del 1731, fu ricostruito anche grazie all’intervento di Luigi Vanvitelli. Oggi è sede della Provincia di Foggia e, dal 2013, è riconosciuto dall’UNESCO come “Monumento e Sito messaggero di una Cultura di Pace”. Il piano terra ospita regolarmente eventi, mostre ed esposizioni culturali.
Un capitolo a parte meritano gli ipogei foggiani, che popolano il sottosuolo della città, a testimonianza delle diverse ere storiche che si sono succedute, utilizzati anche come rifugi sotterranei durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e, in tempi più antichi, come passaggi militari. Si ipotizza anche che Federico II vi abbia fatto costruire il suo Palazzo Reale, come suggeriscono i resti di antichi pozzi granari. L’ipogeo più famoso si trova in via San Domenico (8), vicino alla Chiesa del Purgatorio, ed è stato reso accessibile grazie al lavoro dell’Associazione Ipogei di Foggia.
Il parco cittadino, la Villa Comunale Karol Wojtyla (9), si trova in uno dei più antichi quartieri di Foggia, il quartiere Ferrovia, e si affaccia su Piazza Cavour fiancheggiando la Fontana del Sele e il Palazzo dell’Acquedotto. Un polmone verde caratterizzato dalla presenza di un porticato costituito da 28 colonne in stile tuscanico, disposte su doppia fila. Progettato nell’800 dall’ingegnere Luigi Oberty, fu ricostruito dopo i danni della Seconda Guerra Mondiale.
Tra gli attrattori culturali più rinomati vi è il Museo Civico (11), ospitato nell’elegante Palazzo Arpi, situato in Piazza Vincenzo Nigri. Il palazzo prende il nome dall’antica città di Arpi, capitale della Daunia, e sorge vicino all’area dove Federico II di Svevia fece costruire nel 1223 il suo palazzo imperiale.
Il Museo Civico, insieme alla Pinacoteca Comunale, fu istituito il 28 ottobre 1931. Inizialmente ospitati nel Palazzo San Gaetano, furono trasferiti nel 1966 nella sede attuale. Nel corso degli anni, il museo ha subito danni a causa dei bombardamenti del 1943, che distrussero molte opere. Tuttavia, grazie agli interventi successivi, è stato possibile recuperare e valorizzare il patrimonio culturale.
Il museo è strutturato in diverse sezioni: quella archeologica (dedicata ai reperti provenienti dalla Daunia, tra cui stele daunie e ceramiche a figure rosse attribuite al pittore di Arpi); quella etnografica (dedicata agli oggetti tipici della tradizione polare); la Pinacoteca (che ospita tele del XVIII e XIX sec); Il lapidario e la sezione stampe.
La cucina foggiana è un inno alla semplicità contadina, fatta di ingredienti poveri ma sapientemente combinati. Oltre alle orecchiette fatte in casa, spiccano i formaggi (come la burrata di bufala del Tavoliere), la carne d’agnello, le erbe spontanee e i dolci legati alle festività. Il tutto accompagnato da vini autoctoni in forte ascesa e da un’accoglienza genuina, spesso familiare.
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