Valle d’Itria

Valle d’Itria

  • 74015 Martina Franca , Apulia Italy

Descrizione

Nel cuore della Puglia, circondata dalle province di Bari, Brindisi e Taranto, sorge la Valle d’Itria, terra autentica dalle antichissime tradizioni e con un forte legame con l’ambiente naturale. Un paesaggio mozzafiato, con distese di ulivi a perdita d’occhio, mandorli, vigneti e frutteti fra cui spuntano le tantissime masserie, molte delle quali ancora abitate e spesso riconvertite in attività e strutture legate al turismo. E poi i trulli, le case bianche, i vicoli che si intrecciano a corti e piazzette bei cuori antichi delle città, testimoni muti di un passato ricco di storia. Quando si arriva in questa zona della Puglia, ci si immerge a poco a poco in uno scenario unico al mondo, quasi fiabesco, fatto di borghi bianchi che spiccano fra i muretti a secco, colorato dal verde della campagna circostante e dal rosso della terra. La Valle d’Itria comprende i comuni di Alberobello (1), Carovigno (2), Castellana Grotte (3), Ceglie Messapica (4), Cisternino (5), Fasano (6), Locorotondo (7), Martina Franca (8), Noci (9), Ostuni (10), Putignano (11), San Michele Salentino (12), San Vito dei Normanni (13) e Villa Castelli (14).

Tra i suoi elementi più caratteristici ci sono i trulli, abitazioni originali costruite a secco rese uniche dalla loro forma conica e con i pinnacoli ornati da elementi simbolici, mistici e religiosi che raccontano la storia di chi vi abitava. Costruzioni insolite nate dalla furbizia dell’uomo. Per capirne qualcosa occorre fare un salto temporale di “qualche” anno e tornare al XV secolo quando, per la creazione di nuovi insediamenti urbani, era necessaria la regia approvazione ed il pagamento di tributi da parte del feudatario. Per evitare il pagamento di queste tasse, nel 1635 Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, conte di Conversano conosciuto come Guercio di Puglia, impose ai contadini invitati a colonizzare il territorio circostante il feudo, di erigere solo costruzioni precarie che in caso di ispezione regia potessero essere facilmente smantellate, riducendosi ad un mucchio di pietre che impediva il riconoscimento di un insediamento urbano. Da allora, i trulli di non sono solo testimonianza del passato, ma anche irresistibile richiamo turistico. La maggiore concentrazione si registra ad Alberobello (dove sorgono circa 1500 costruzioni) che dal 1996 fa parte dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Altra città “simbolo” è Ostuni, conosciuta anche come la “città bianca”, per via delle case bianche che illuminano la collina su cui sorgono. Il bianco è dovuto alla calce utilizzata fin dal Medioevo, anche perché ritenuto un ottimo antisettico e igienizzante (infatti, intorno al ‘600, un periodo di siccità provocò carestie e diverse le epidemie di peste e la cittadina venne tutta imbiancata a calce viva per limitare il dilagare della terribile malattia). Ma il bianco era anche inteso come strumento di difesa. Secondo la leggenda popolare gli abitanti avrebbero deciso di dipingere le pareti delle case di bianco per accecare i nemici provenienti dal mare, intenzionati ad attaccare la città.

Altra città dal centro candido è Locorotondo (dal latino locus rotundus), paese dalla forma circolare che figura tra i “Borghi più belli d’Italia”. Le tipiche casette sono dette “cummerse” e il tetto spiovente serviva per raccogliere l’acqua piovana che scivolava così verso le grondaie laterali. Molte di esse sono tuttora abitazioni private altre, invece, le sono state adibite a strutture ricettive.

Un altro sito inserito tra i “Borghi più belli d’Italia” è Cisternino, un mix di viuzze, archi, corti e case imbiancate che formano una sorta di casbah mediterranea. Uno dei suoi simboli è sicuramente Piazza Vittorio Emanuele, conosciuta anche come Piazza dell’Orologio; da visitare anche la Chiesa Matrice dedicata al culto di San Nicola. Cisternino si distingue anche per la cucina tipica di qualità ed i prodotti tipici agroalimentari ed artigianali per i quali è Bandiera arancione del Touring.

Una delle cittadine più antiche dell’area è Ceglie Messapica, in passato centro militare importantissimo per i messapi e noto come Kailia. Anche qui si vedono case bianche soprattutto nel centro storico. Soprannominata la “capitale gastronomica” della Puglia non solo per la gustosa offerta ma anche perché qui ha sede il Centro Internazionale di Gastronomia Mediterranea e in città si è sviluppato un raffinato circuito di ristorazione volto al recupero degli antichi sapori.

Martina Franca è detta anche “la perla barocca” perché qui, a differenza degli altri borghi della Valle d’Itria, prevale il barocco, la cui presenza è tangibile tra i palazzi signorili e le chiese del centro. Ovunque ci sono fregi e cornici rococò che stupiscono per la loro raffinatezza, come sulla basilica di San Martino e la sua collegiata, sui porticati, sul palazzo Ducale, sulla porta di Santo Stefano e nella spettacolare piazza Maria Immacolata, tra le cose più scenografiche della città.

Le sue campagne sono disseminate di masserie, la maggior parte delle quali munite di chiesa propria.

Piccolo, ma suggestivo, è il borgo di Castellana Grotte che deve il proprio nome alle caverne, a 70 metri di profondità, ricche di stalattiti e stalagmiti. Questo complesso di origine carsica, le cui origini risalgono a 90 milioni di anni fa, è stato scoperto in tempi recenti, nel 1938.

La Valle d’Itria è anche una delle zone più interessanti per gli amanti della buona tavola e offre una cucina che rispetta le tradizioni. Al contrario delle zone costiere, qui la carne è la regina indiscussa sulla tavola. Tra le ricette più tipiche figurano gli “gnummareddi”, involtini di carne ripiene di interiora di agnello o vitello, in budello, solitamente cotti sulla brace o sulla griglia. Il nome deriva dall’assonanza dialettale del gomitolo, di cui ne ricorda la forma.

Famosi sono “fornelli” della Valle d’Itria, delle macellerie storiche, spesso trasformate in bracerie serali, dove si possono gustare specialità locali, in particolare la carne alla brace, come le bombette e altre carni arrostite in forni a legna. Si tratta di un’esperienza culinaria tipica della regione, spesso vissuta all’aperto, con tavoli e sedie allestiti in strada, come a Cisternino, Locorotondo e Martina Franca. E tra le prelibatezze locali spicca proprio il capocollo di Martina Franca, uno dei salumi più apprezzati, e rappresentativi, della gastronomia pugliese, Presidio Slow Food dal 2000.

Quella della Valle d’Itria è principalmente una cucina di terra, che richiama antiche tradizioni da assaporare sotto forma di taralli, friselle, pucce, bombette, polpette e salsiccia piccante di maiale.

Non solo carne. L’offerta gastronomica è talmente ampia da offrire varianti interessanti con piatti a base di legumi, verdure selvatiche e formaggi locali. Il tutto da accompagnare a vini robusti come Locorotondo, Primitivo di Manduria, Negramaro, Bombino Nero, Nero di Troia.

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74015 Martina Franca , Apulia Italy