Lecce

Lecce

  • 73100 Lecce , Apulia Italy

Descrizione

Un museo a cielo aperto. Se dovessimo descrivere Lecce con una sola frase, potrebbe essere questa.

Qui, ogni angolo racconta storie di arte, cultura e tradizioni secolari. Il cuore cittadino pulsa al ritmo delle emozioni che regala il Barocco leccese, che si muove sinuoso fra chiese, monumenti e palazzi antichi, in un gioco di luci e narrazioni che riportano al passato. Quello leccese è una variante locale del barocco italiano, ma si distingue nettamente per l’uso creativo e fantasioso della decorazione, che raggiunge livelli di spettacolarità unici nel panorama europeo e si distingue per l’estrema ricchezza ornamentale: facciate, balconi, cornici, colonne e portali sono ricoperti di fregi, motivi floreali, figure mitologiche, animali fantastici, angeli, frutti e simboli religiosi.

Simbolo indiscusso di questo stile è la Basilica di Santa Croce (1), costruita nella prima metà del Cinquecento dall’ordine dei Celestini. Il primo ad occuparsene fu un grande architetto rinascimentale, Gabriele Riccardi, che costruì e decorò chiesa e convento adiacente. Dalla fine del Cinquecento i più grandi artisti salentini, Francesco Antonio Zimbalo, Cesare Penna, Giuseppe Zimbalo, misero mano a questo monumento modificandone la facciata e alcuni elementi e dando vita a quell’intarsio che stupisce chiunque si affacci alla stretta piazzetta prospiciente l’edificio sacro.

Un’altra piazza immersa nel barocco, considerata una delle più belle d’Italia, è Piazza Duomo (2): un grande spazio scenografico circondato dal Duomo di Maria Santissima Assunta, dal Palazzo Vescovile e dal Seminario. La sua particolare configurazione, con un solo accesso, crea un effetto di “teatro chiuso” (infatti, la piazza è scelta come location per rappresentazioni artistiche dall’effetto unico).

Un altro esempio notevole del barocco leccese, con una facciata decorata minuziosamente e un interno ricco di altari in pietra scolpita, è la Chiesa del Rosario (3).

Le origini di Lecce risalgono all’epoca messapica, tra il VI e il III secolo a.C., quando la città era conosciuta come Lupiae. I Messapi erano un popolo italico che abitava il Salento prima della conquista romana. La città venne poi inglobata nell’Impero Romano nel III secolo a.C. e fu trasformata in municipium.

Durante l’età romana Lecce visse un periodo di grande splendore. L’anfiteatro romano (4), ancora oggi visibile in piazza Sant’Oronzo (5), cuore pulsante della città. Accanto all’Anfiteatro sorge il Palazzo del Sedile (6), oggi adibito a mostre d’arte o info-point. A dominare l’area è la Colonna di Sant’Oronzo, un pilastro alto circa 29 metri, con il capitello scolpito da Giuseppe Zimbalo. Su di essa si eleva la statua del patrono di Lecce.

Tra culto religioso, storia millenaria, leggende e misteri, Lecce è un abbraccio caloroso che conquista i visitatori. Le sue radici sono da scoprire nella zona “antica” da cui si accede da tre “porte”, custodi silenziose di secoli di storia, testimoni di vicende e racconti in ci intrecciano, fra loro, passato e presente.

Porta Rudiae (7), situata alla fine di Via Adua, crollò nel XVII secolo e fu ricostruita nel 1703 sulle rovine dell’antica struttura per volontà del nobile Prospero Lubelli. Realizzata in stile barocco, è sormontata dalla statua di Sant’Oronzo. Essendo stata ricostruita nel XVIII secolo, in un’epoca in cui le incursioni dei pirati saraceni non rappresentavano più una minaccia, la sua funzione difensiva perse d’importanza. Per questo motivo, è stato maggiormente enfatizzato l’aspetto estetico del monumento, privilegiando il decoro architettonico rispetto alla sua originaria funzione strategica. Le altre statue che si possono ammirare su questa porta sono quelle di Santa Irene e San Domenico, “protettori minori della città”, disposte ai lati, così come anche altre figure di rilievo che hanno lasciato il loro segno nel corso dei tempi.

Porta San Biagio (8), dedicata all’omonimo vescovo, fu costruita nel 1774 per volere del governatore di Terra d’Otranto Tommaso Ruffo, come si evince dall’epigrafe latina posta a coronamento. La porta è caratterizzata da coppie di colonne a fusto liscio, è sormontata dallo stemma di re Ferdinando IV di Napoli e da quello della città di Lecce duplicato ai lati. Al di sopra della trabeazione si eleva il fastigio di coronamento che accoglie un’epigrafe commemorativa. La scultura di san Biagio in abiti vescovili, completa l’ornamento artistico. Costretto a lasciare la città natale a causa delle persecuzioni, San Biagio ha saputo costruire un evidente legame speciale con Lecce.

Porta Napoli (9) fu costruita nel 1548 in onore dell’imperatore Carlo V. Più che una semplice porta per accedere nel centro abitato, era, ed è tuttora, un vero e proprio arco di trionfo, simbolo del potere e della protezione imperiale. Realizzata in stile rinascimentale, con linee pulite ed eleganti, Porta Napoli si distingue per le sue due colonne corinzie che incorniciano l’arco centrale e per l’aquila bicipite che campeggia in cima, emblema della casa d’Asburgo. Deve il suo nome ad una indicazione geografica specifica: pur non guardando direttamente verso la città partenopea, si apre sulla via che un tempo collegava Lecce a Napoli. La porta si trova in Piazzetta Arco di Trionfo, di fronte all’Obelisco di Ferdinando I (10), monumento commemorativo, in pietra leccese, costruito nel 1822 per rendere omaggio a Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie.

Della quarta porta, dedicata a San Martino di Tours, non vi sono più tracce. Sorgeva nei pressi della Prefettura, tra Via Matteotti e Via XXV Luglio e indicava la strada che portava a San Cataldo. Distrutta nell’800 non ne resta più alcuna traccia. A evocarla, oggi, è una installazione tattile.

Tra i tantissimi luoghi iconici della città vi è il Castello Carlo V (11). Attorno ad una corte centrale, dove si possono osservare alcuni resti delle strutture più antiche grazie a scavi archeologici recenti, si sviluppa il quadrilatero del maniero medievale sul quale svetta la Torre Magistra. Al piano terra vi è il Museo della cartapesta, che accoglie sculture di arte sacra realizzati con la tecnica molto diffusa in Salento. Il primo piano è un susseguirsi di sale medievali e rinascimentali tra cui spicca la maestosa sala intitolata a Maria d’Enghien, la contessa che governò a lungo la città tra la fine del XIV e la metà del XV secolo. Nei suoi sotterranei vi erano le prigioni, le stesse dove fu incarcerato Giangiacomo dell’Acaya, che da architetto che aveva progettato l’ampliamento del castello in fortezza rinascimentale, per un debito non saldato fu arrestato e portato in quei luoghi che lui stesso aveva ideato.

Tra le tantissime chiese e luoghi imperdibili va segnalata la chiesa di Sant’Irene dei Teatini (12), un luogo di culto cattolico intitolato a Sant’Irene da Lecce, protettrice della città fino al 1656, anno in cui papa Alessandro VII proclamò il patrocinio leccese di Sant’Oronzo. La chiesa fu edificata a partire dal 1591 su progetto del teatino Francesco Grimaldi e fu ultimata nel 1639. Mentre tra le decine di edifici storici Palazzo Adorno (13), realizzato nel 1568 su progetto dell’architetto Gabriele Riccardi e commissionato da Gabriele Adorno, ora è una sede dell’Amministrazione Provinciale di Lecce. A pochi passi, dal 1830, la Villa Comunale Giuseppe Garibaldi (14), il polmone verde del centro, 34.000 mq. di giardino all’italiana, alberi secolari, fontane, aree giochi, dodici busti in marmo e pietra, raffiguranti illustri personaggi salentini e al centro un tempietto circolare.

Storie, leggende, arte, cultura ma anche buon cibo. Lecce è un vero paradiso gastronomico, ricco di sapori autentici e irresistibili. Tra le specialità locali ricordiamo, tra le tante bontà che disegnano il profilo gastronomico leccese, i ciceri e tria, le sagne ‘ncannulate, il pasticciotto, il rustico, i turcinieddhri, la frisa, la puccia e il caffè in ghiaccio con il latte di mandorla, che viene consumato principalmente nei mesi estivi.

Servizi

    • Esperienze locali

Mappa

73100 Lecce , Apulia Italy