Descrizione
Sole, sabbia dorata, mare cristallino, baiette nascoste e grotte segrete. Quando si pensa alla Puglia, il pensiero corre veloce verso queste immagini che fotografano una regione nota ai più, dalle scogliere baciate dal sole del Gargano, ai lidi sabbiosi del Salento.
Eppure, esiste un’altra Puglia, meno nota e forse per questo ancora più affascinante: quella dell’entroterra. Un mondo a parte, che respira al ritmo lento della natura, che conserva il sapore dell’autenticità, tra masserie, pietre, uliveti e campi di grano. È in queste terre che la Puglia mostra il suo volto più vero, quello che non si lascia distrarre dalle mode, ma affonda le sue radici in secoli di cultura contadina, spiritualità, arte e accoglienza.
L’entroterra pugliese è un mosaico di colori, geometrie e profumi che si inseguono. I campi coltivati si alternano agli uliveti secolari, veri monumenti naturali che hanno sfidato la xylella.
I muretti a secco, costruiti pietra su pietra, senza malta, disegnano confini invisibili e raccontano la pazienza dei contadini. Sono Patrimonio dell’Umanità UNESCO e testimoniano un sapere antico che ancora oggi resiste, tramandato di generazione in generazione. In questo paesaggio quasi metafisico, il tempo sembra fermarsi, e il silenzio ha una voce gentile.
Nel cuore della Puglia, i borghi rappresentano vere perle nascoste, spesso lontane dai circuiti turistici più battuti, ma incredibilmente suggestive. Camminare per le vie di Cisternino (1), ad esempio, è come entrare in un labirinto bianco dove le case, strette le une alle altre, sembrano volersi proteggere dal tempo. Le balconate in ferro battuto, le scale esterne, i vicoli lastricati: tutto racconta una storia semplice e preziosa.
Locorotondo (2), così chiamato per la disposizione circolare delle sue strade, domina la Valle d’Itria con le sue “cummerse”, abitazioni dai tetti spioventi, uniche nel panorama regionale. Qui il bianco delle facciate si accende di luce nelle giornate di sole, e il panorama, che si apre sulla valle punteggiata di trulli, sembra un dipinto.
Alberobello (3), pur conosciuta e turistica, merita una menzione per la sua straordinaria concentrazione di trulli, antiche abitazioni coniche, in pietra, simbolo della resilienza rurale e dell’ingegno contadino. Ma se si cerca una versione più autentica, e meno affollata, vale la pena esplorare Martina Franca (4) o Ceglie Messapica (5), dove la tradizione convive con un fermento culturale e gastronomico sorprendente.
Un’altra componente essenziale dell’entroterra pugliese è la masseria, antica azienda agricola fortificata, oggi spesso trasformata in struttura ricettiva o centro di produzione agroalimentare. Dormire nelle masserie significa entrare in contatto con una dimensione diversa del viaggio: risvegliarsi tra i profumi di pane appena sfornato, godere del silenzio interrotto solo dai suoni della campagna e avere la possibilità di osservare da vicino la lavorazione del formaggio, dell’olio, del vino.
Molte di esse, infatti, propongono esperienze immersive come corsi di cucina tradizionale, degustazioni guidate, passeggiate e laboratori vari, ed è anche questo un modo per conoscere la Puglia, familiarizzando con essa attraverso i suoi sapori, i suoi gesti, la sua lentezza consapevole.
Esplorare questa Puglia inedita è un atto d’amore verso la lentezza, un invito a guardare oltre l’apparenza per scoprire una regione fatta di gesti antichi, paesaggi silenziosi, e persone che sanno ancora raccontare. È la Puglia che non si mostra, ma si lascia trovare. Quella che, una volta conosciuta, non si dimentica più.
Questi luoghi sono anche terra di fede e misticismo. Monte Sant’Angelo (6), nel promontorio del Gargano, ospita il Santuario di San Michele Arcangelo, meta di pellegrinaggi sin dall’Alto Medioevo. La grotta sacra, scavata nella roccia, emana una spiritualità profonda, che ha attraversato i secoli.
A sud, nelle Murge, il paesaggio è costellato di chiese rupestri, cripte scavate nel tufo, affrescate con scene di vita cristiana. Questi luoghi, spesso nascosti o poco segnalati, offrono momenti di raccoglimento e meraviglia. Tra i più suggestivi, la Cripta del Peccato Originale, nei pressi di Matera ma nel cuore della cultura rupestre che abbraccia anche la Puglia, è un “giardino dipinto” che narra l’origine dell’uomo con una potenza visiva toccante.
L’entroterra pugliese è anche una terra verde, attraversata da parchi e riserve naturali che offrono percorsi a piedi o in bicicletta. Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ad esempio, è un paesaggio carsico dove i colori cambiano con le stagioni: qui si incontrano doline, grotte, jazzi (antichi ricoveri per il bestiame) e una biodiversità sorprendente. Il Bosco di Mercadante (7), la Foresta Umbra (8) nel Gargano, o i rilievi dei Monti Dauni (9), al confine con la Campania, sono luoghi ideali per chi cerca un turismo lento, meditativo, sostenibile.
Il viaggio nell’autenticità pugliese passa anche attraverso i suoi sapori. La cucina, per esempio, è un’ode alla terra che esalta il legame profondo tra cibo e territorio. Il pane di Altamura (10), croccante fuori e soffice dentro, è un patrimonio tutelato dalla DOP, cotto nei forni a legna come una volta. Le orecchiette, spesso fatte a mano da mani esperte sulle strade di paese, si accompagnano alle cime di rapa o a ragù rustici e intensi.
I formaggi, come il caciocavallo podolico o la ricotta forte, raccontano la transumanza e la pastorizia, ancora vive nei pascoli delle Murge (11) e del Subappennino Dauno (12). Le carni, i legumi, tra cui la famosa fava di Carpino (13), e i vini rossi corposi come il Primitivo di Gioia del Colle (14) o il Nero di Troia (15) completano un’offerta gastronomica di rara genuinità.
L’anima profonda di questa regione si palesa anche attraverso la sua cultura immateriale: i dialetti, le feste patronali, i canti popolari, le danze sono espressione di un’autenticità che è parte integrante del patrimonio regionale.
La pizzica, con il suo ritmo ipnotico, non è solo musica, ma è un rituale che celebra la vita. Le sagre, che si svolgono tutto l’anno, sempre più appezzate dai turisti, rappresentano occasioni di incontro e convivialità, e sono un modo originale per conoscere tradizioni, usanze e storie che rimandano ad un passato più vivo che mai. Questi appuntamenti rappresentano una preziosa opportunità per preservare e tramandare le tradizioni culturali alle future generazioni. Attraverso spettacoli folcloristici, danze tradizionali, sfilate e artigianato locale, le sagre consentono alle comunità di rivivere e condividere le radici culturali che le definiscono, creando un legame profondo tra passato, presente e futuro.
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