Descrizione
Dragoni è un centro della provincia di Lecce e frazione del comune di Lequile. Con lo sviluppo urbanistico di Lequile e Dragoni oggi i due paesi costituiscono in pratica un unico centro abitato. L’origine del nome non è accertata. Secondo lo storico Giacomo Arditi il paese trasse il suo nome da un’insegna romana recante il simbolo del drago, da cui appunto Dragoni. L’ipotesi è collegata all’idea di due diverse insegne romane una col simbolo dell’aquila che avrebbe dato il nome a Lequile, l’altra col simbolo del drago da cui il nome a Dragoni. Nel 1137 il feudo di Dragoni venne ceduto dal conte Accardo di Lecce al Monastero di San Giovanni Evangelista di Lecce. Dragoni precedentemente si chiamava Belforte e doveva essere un calogerato basiliano. I monaci basiliani costruirono abbazie, scavarono grotte e crearono intorno a queste strutture dei centri di fede, di cultura, istituirono fiere in occasione delle celebrazioni dei santi e determinarono un notevole progresso agricolo. L’avvento dei Normanni portò ad una politica persecutoria verso i basiliani. È in questo periodo che il casale di Belforte cambia nome e acquisisce il nome di Dragoni o Draconi. Fu costruita nei primi del Seicento in sostituzione della precedente Chiesa di Santa Maria della Stella. La Chiesetta della Madonna di Costantinopoli, conosciuta come Madonna del Solano, fu edificata nel 1639 fuori dal centro abitato. Intorno al 1600 nella piazza del paese si erigeva la Colonna dell’Osanna. Essa era denominata lu sannà perché un tempo, la Domenica delle Palme, il clero e i fedeli benedicevano i rami di ulivo e le palme in quel luogo, cantando l’Osanna al Figlio di David. La colonna dell’Osanna fu spostata in seguito all’ampliamento della piazza e alla costruzione della scuola elementare sul terreno denominato appunto sannà, nella periferia del paese; ciò avveniva intorno al 1935. Tra il 1965 e il 1970, per questioni edilizie e problemi di viabilità, la colonna fu abbattuta. Passarono così quasi trent’anni e della Colonna dell’Osanna rimaneva solo un vago ricordo. Di quest’antica costruzione si erano perse le tracce fino a quando, in concomitanza dei lavori di restauro eseguiti nella chiesa di San Basilio Magno (1990 circa), nei muri del campanile fu ritrovato un capitello, sul quale furono fatte varie ricerche che portarono di nuovo alla Colonna dell’Osanna. Infatti, detto capitello era uno dei pezzi che andarono persi quando la colonna fu demolita.