Descrizione
Gallipoli, la “città bella”, come suggerisce il suo stesso nome di origine greca, Kallípolis, è una delle località più affascinanti del Salento, che intreccia storia millenaria, leggende popolari e un mare cristallino che lambisce le sue antiche mura.
Fondata, secondo alcune tradizioni, dai Messapi o dai coloni greci provenienti dall’isola di Corfù, Gallipoli vanta una storia stratificata che attraversa l’età classica, il Medioevo e l’epoca moderna. Divenne presto un importante scalo commerciale grazie alla sua posizione strategica sul Mar Ionio. Durante il periodo bizantino e poi normanno, la città visse alterne fortune, ma fu sotto gli Angioini e successivamente sotto gli Aragonesi che Gallipoli assunse l’aspetto fortificato che ancora oggi conserva. Nel XVII e XVIII secolo si affermò come uno dei principali porti europei per l’esportazione dell’olio lampante, utilizzato per illuminare le grandi capitali europee, da Londra a Vienna.
Il cuore storico di Gallipoli è un’isola collegata alla terraferma da un ponte seicentesco. Appena varcato l’accesso, il visitatore si ritrova immerso in un dedalo di viuzze lastricate, palazzi barocchi e corti nascoste, testimonianze di una città che fu crocevia di mercanti e marinai.
Il Castello Angioino-Aragonese, che accoglie i visitatori all’ingresso dell’isola, è un’imponente fortezza costruita tra il XIII e il XVI secolo, dotata di torri circolari e mura poderose che un tempo la difendevano da incursioni piratesche e da assedi via mare. Oggi il castello ospita mostre temporanee e percorsi di visita che conducono fino ai camminamenti di ronda.
Poco distante si erge la Fontana Greca, considerata una delle fontane più antiche d’Italia, sebbene le sue origini siano ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi, alcuni la ritengono di epoca ellenistica, altri una realizzazione rinascimentale con elementi classici.
Gallipoli è celebre anche per il suo straordinario patrimonio di arte sacra. Tra tutte spicca la Cattedrale di Sant’Agata, capolavoro del barocco leccese, eretta tra il 1629 e il 1696. La facciata, riccamente decorata con statue e fregi, introduce a un interno sontuoso, ornato da altari marmorei, tele settecentesche e soffitti lignei dorati. Tra i dipinti, notevole il ciclo del pittore gallipolino Giovanni Andrea Coppola.
Numerose le altre chiese disseminate nel borgo: San Francesco d’Assisi, celebre per il “Cristo Nereo” o “Cristo Moro”, una scultura lignea cinquecentesca raffigurante un Cristo crocifisso dal volto di colore scuro, oggetto di devozione popolare e leggende legate a eventi miracolosi.
Gallipoli vive da sempre in simbiosi col suo mare, e attorno alle sue acque si narrano leggende antiche. Si racconta che Sant’Agata, patrona della città, avrebbe salvato i gallipolini da un’invasione saracena apparendo miracolosamente sulle mura cittadine, mettendo in fuga i nemici con il solo sguardo.
Un’altra leggenda riguarda la “Grotta del Diavolo”, una cavità marina presso Punta Pizzo, dove, secondo la tradizione popolare i pescatori udivano suoni sinistri e risate infernali nelle notti di tempesta.
Gallipoli è oggi meta prediletta per i turisti anche grazie al suo mare dalle sfumature turchesi e alle spiagge di sabbia fine. La costa sud è un susseguirsi di lidi attrezzati e spiagge libere, tra cui spicca Baia Verde, celebre per i suoi tramonti infuocati e la movida estiva.
A sud della città, la Riserva Naturale di Punta Pizzo offre un paesaggio incontaminato di pinete, dune e acque trasparenti, ideale per chi cerca una dimensione più selvaggia e autentica del Salento.
La tradizione gastronomica di Gallipoli rispecchia il carattere autentico e verace della città, legata profondamente al mare e alla cultura contadina.
Tra i piatti simbolo troviamo la “scapece”, una preparazione antichissima di pesciolini fritti (tipicamente zerri o boghe) conservati in strati alterni di pane grattugiato imbevuto di aceto e zafferano. Anticamente era il cibo dei marinai e delle sagre popolari, servito nelle tipiche tinozze di legno chiamate calette. Oggi resta una specialità di rara memoria, presente soprattutto durante le feste patronali.
Il pescato fresco anima le tavole gallipoline con piatti come la zuppa di pesce alla gallipolina, polpo alla pignata (stufati in coccio con pomodoro e aromi) secondo una tradizione popolare che fa della semplicità il suo punto di forza.
Non mancano i sapori della terra, fave e cicorie, pittule (frittelle salate, semplici o farcite) e frise da condire con pomodoro, olio extravergine e origano.