Grecìa Salentina

Grecìa Salentina

  • Castrignano de Greci , Apulia Italy

Descrizione

Nel cuore del Salento, tra ulivi secolari, muretti a secco e menhir, si estende una piccola area geografica che rappresenta un unicum non solo nel panorama culturale pugliese, ma anche italiano ed europeo: la Grecìa Salentina, territorio dalla storia millenaria che custodisce una lingua ed un’identità che affondano le radici nella Grecia antica e bizantina, resistendo al tempo e ai cambiamenti epocali.

Dodici Comuni disegnano il profilo di quest’area: Calimera (1), Carpignano Salentino (2), Castrignano de’ Greci (3), Corigliano d’Otranto (4), Cutrofiano (5), Martano (6), Martignano (7), Melpignano (8), Sogliano Cavour (9), Soleto (10), Sternatia (11), Zollino (12).

Le origini della Grecìa Salentina sono, da sempre, oggetto di dibattito tra storici e linguisti. Secondo l’ipotesi più attendibile, la presenza della lingua e della cultura greca nel Salento si deve alla colonizzazione della Magna Grecia (VIII-VII secolo a.C.), ma è soprattutto durante il periodo bizantino (dal VI al XI secolo) che l’influenza ellenica si consolida in quest’area. Con l’arrivo dei Normanni e la latinizzazione progressiva del sud Italia, il greco comincia a ritirarsi verso l’interno, ma la sua traccia rimane viva nei centri più isolati e resilienti. Nei secoli successivi, nonostante le politiche di italianizzazione, la popolazione della Grecìa ha continuato a tramandare oralmente la lingua e le tradizioni.

Nel Novecento, la situazione si fa critica: l’emigrazione e il disinteresse da parte delle istituzioni portano il griko sull’orlo dell’estinzione. È solo a partire dagli anni ’90 che, grazie a progetti culturali e all’azione dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, prende il via un processo di tutela e valorizzazione di questo patrimonio unico. Importanti figure culturali, come il poeta Domenico Tondi o lo studioso Salvatore Tommasi, hanno contribuito a raccogliere e tramandare proverbi, canti e racconti in questa lingua parlata prevalentemente dagli anziani. Le nuove generazioni, cresciute in un contesto sempre più globalizzato, la conoscono spesso solo per sentito dire, tuttavia, da alcuni anni a questa parte, si assiste a un rinnovato interesse verso questo idioma, simbolo identitario di una comunità che non vuole dimenticare le proprie radici. Scuole, associazioni culturali e specifici progetti di valorizzazione stanno cercando di mantenere vivo l’uso del griko attraverso laboratori linguistici, musica, poesia e teatro. A questo si aggiunge un altro step importante, il riconoscimento di minoranza linguistica da parte dello Stato (Legge 482/1999), al pari del ladino, del friulano e del sardo: un traguardo notevole ma che da solo non basta perché per continuare a vivere, una lingua ha bisogno di essere parlata, ascoltata e, soprattutto, amata. Per fortuna sono ancora tante le iniziative messe a punto per la sua salvaguardia e promozione, per esaltarne il valore, inteso come elemento distintivo dell’identità culturale del Salento.

Parole come kalos ìrtate (il benvenuto che campeggia su tutti i cartelli posti agli ingressi dei centri abitati di pertinenza), kaliméra (buongiorno), ti kánis? (come stai?) o agapi mou (amore mio) rivelano una continuità sorprendente con il greco moderno, pur portando con sé anche influssi del dialetto salentino e dell’italiano, a testimonianza di un’identità plurilingue e stratificata.

Negli ultimi decenni, dunque, tutta l’area è diventata un laboratorio di innovazione culturale, con l’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina che coordina progetti educativi, culturali e linguistici tesi a promuovere l’identità locale in chiave moderna. In collaborazione con università, associazioni culturali e fondazioni europee, sono stati realizzati progetti per l’insegnamento del griko nelle scuole e per la valorizzazione turistica del territorio. E a proposito di turismo, la Grecìa Salentina propone una forma di viaggio più intima, dai tratti “slow”, proponendo non solo luoghi da vedere, ma storie da ascoltare.

Musei, centri culturali come il Circolo Ghetonìa di Calimera, percorsi bilingue e materiali informativi ad hoc contribuiscono a far sì che il visitatore diventi parte attiva di una comunità che ha scelto di valorizzare la propria diversità.

Una delle espressioni culturali più celebri di quest’area è la pizzica che fonde danza popolare, canto e musica in una rappresentazione di passione e guarigione. L’espressione più autentica è rappresentata dalla Notte della Taranta, il festival di musica popolare più grande d’Italia, e tra i più importanti in Europa, che da oltre vent’anni unisce tradizione e innovazione, riti antichi e contaminazioni contemporanee.

Ogni estate, migliaia di persone si ritrovano a Melpignano, dove ha luogo il Concertone finale, per lasciarsi travolgere dal ritmo ipnotico della pizzica. Ma dietro il suono dei tamburelli e le danze inarrestabili, c’è qualcosa di più profondo.

Durante il festival, soprattutto nei giorni precedenti al concertone finale, si tengono concerti nei paesi ellenofoni dove il griko viene celebrato non solo come lingua, ma come forma di espressione poetica e musicale. Alcuni brani tradizionali sono ancora oggi cantati interamente in griko, come “Kali Nifta”, “Ora mia pìkrameni”, o “Riza riza”: canzoni d’amore, di lavoro, di nostalgia e di resistenza, capaci di emozionare anche chi non comprende ogni parola. Artisti locali e internazionali, durante la Notte della Taranta, si confrontano con questa eredità linguistica: la reinterpretano, mescolandola al rock, al jazz, alla musica elettronica. Eppure, il cuore della manifestazione resta profondamente legato a questa lingua arcaica, che ancora oggi unisce la Puglia alla Grecia, il passato al presente.

Corigliano d’Otranto, uno dei più famosi centri storici della Grecìa Salentina, è stato premiato con la Bandiera Arancione del Touring Club italiano per la qualità dell’accoglienza, la sostenibilità ambientale e la cura del patrimonio artistico e culturale.

A Martano, oltre al Palazzo Baronale e alla chiesa matrice dedicata alla Madonna Assunta, è da visitare il Monastero cistercense di Santa Maria della Consolazione, con la sua biblioteca e la sua splendida Pinacoteca, con una raccolta di opere e dipinti dei maestri di pittura salentina, pugliese e napoletana degli ultimi due secoli.

A Martignano, oltre al bellissimo centro storico, merita attenzione il Parco delle Pozzelle, dove ci sono decine di pozzi utilizzati anticamente per il rifornimento d’acqua.

A Soleto vale la pena visitare la chiesetta di Santo Stefano, costruzione greco-bizantina del XIV sec. Inserita tra i “luoghi del cuore” del FAI; a Cutrofiano il Museo della Ceramica; a Calimera (nel nome c’è già una descrizione inconfondibile), dalla centralissima Piazza del Sole si diramano tante stradine sulle cui pareti ci sono oltre 90 iscrizioni in diverse lingue (cirillico, griko, bizantino), che raccontano come questo luogo fosse un punto di passaggio tra l’Europa e la Terra Santa, un vero e proprio ponte fra occidente e oriente.

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Castrignano de Greci , Apulia Italy