Descrizione
Torre Santa Susanna (Torri in dialetto brindisino) è un comune italiano di 10.537 abitanti della provincia di Brindisi in Puglia. Il centro nella penisola salentina, a un’altitudine di 70 metri sul livello del mare ed è equidistante dalla costa adriatica e da quella ionica. Le origini di Torre e l’appellativo “Santa Susanna” sono incerte. Secondo Girolamo Marciano (1571 – 1628), Annibale avrebbe posto uno dei suoi accampamenti presso il Casale di Crepacore allorché ebbe a combattere gli Oritani per far sua la città di Oria e che in prossimità di quelle zone ci sarebbe stata una cruenta battaglia tant’è che ancora oggi esiste una zona chiamata “La Sconfitta”. Il Prefetto di Roma, residente a Oria, per fortificare la città in modo da non subire altri attacchi nemici, avrebbe fatto erigere due castelli con torri nei punti che ritenne più strategici: uno dove sorge attualmente Torre Santa Susanna; l’altro a pochi chilometri a sud-est di Manduria e cioè ad Avetrana, il cui nome è dovuto ai Veterani Romani che presidiavano detti castelli. La leggenda narra che un soldato romano fedele all’Imperatore e nello stesso tempo cristiano, che custodiva insieme ad altri veterani il castello e le torri sorti nella nostra zona, avrebbe dipinto l’effigie di Santa Susanna su una parete di una torre. In seguito cominciarono a sorgere intorno al castello anglomerati di casupole che fu dato il nome di Turris Sanctae Susannae. I Casali erano piccoli agglomerati di casupole (ormai distrutti): Crepacore – San Giacomo – Galesano – Tubiano e Sorboli, i cui abitanti a causa di pestilenza e terremoti si riversarono in Torre Santa Susanna, essendo questo divenuto ormai un centro abitato più grande, più salubre e stabile, perché sito su una zona rocciosa. Nel 918 i Saraceni, piombati d’improvviso su Oria, misero a ferro e fuoco tutta la città e, dopo aver ucciso donne e bambini, portarono via, come schiavi, i superstiti. Anche il monastero dei Basiliani fu raso al suolo, i pochissimi monaci sfuggiti, si raccolsero nel Galesano e fondarono l’Abbadia di S. Maria di Galaso (nome preso dalla contrada). L’Abbadia sorgeva a breve distanza dall’allora Casale di Galaso e si estendeva tra i comuni di Veglie, Torre ed Erchie. Anche in questo Casale, nei tempi antichi sono stati ritrovati molti reperti, il De Prezzo scrive di ritrovamenti di ciotole, monete d’oro, una scalinata, alcune colonne, lucerne e moltissime sepolture con all’interno lacrimarum (vasetti delle lacrime).